Una di quelle operazioni a cui nessuno vorrebbe mai sottoporsi, ma che è stata fondamentale per Victor Osimhen, protagonista di uno scontro di gioco come tanti altri, ma che in realtà ha portato in dote una situazione particolarmente grave a livello del volto.
Giorni tremendamente difficili, gli ultimi vissuti dall’ariete del Napoli Osimhen, che senza dubbio non avrebbe mai pensato che dallo scontro aereo con Skriniar, come se ne vedono tantissimi nel corso di una partita, avrebbe potuto subire delle conseguenze ancora più gravi.
Il percorso
Dalla botta causata dall’impatto, per tanti versi devastante, accusato nello scontro di gioco con il difensore della formazione nerazzurra Skriniar, fino ad arrivare a un primo monitoraggio da parte dei medici dell’Ospedale Niguarda di Milano, fino al trasferimento in una clinica privata di Napoli, con l’intervento chirurgico eseguito perfettamente da parte del prof. Gianpaolo Tartaro.
Un’operazione decisamente ricca di complicazioni, dal momento che il noto chirurgo maxillo-facciale si è trovato di fronte a una situazione non proprio bellissima. Erano presenti diverse fratture scomposte dello zigomo e riferibili anche all’area dell’orbita dove si trova l’occhio sinistro.
Un impatto davvero devastante, che è stato paragonato dallo stesso prof. Gianpaolo Tartaro come una sorta di effetto compressore. Osimhen, come si può facilmente intuire, ha lasciato in men che non si dica il terreno di gioco, imbronciato, ma decisamente dolorante, come si poteva notare dalla difficoltà nell’apertura dell’occhio sinistro.
L’operazione chirurgica in dettaglio
È stato lo stesso professor Tartaro, nel corso di un’intervista audio, a mettere in evidenza difficoltà e complicazioni dell’intervento chirurgico che ha visto protagonista il bomber nigeriano del Napoli. Partiamo subito dall’esito dell’operazione, che è decisamente positivo, visto che Osimhen sta bene, anche se è dovuto rimanere in osservazione per qualche giorno.
L’intervento è stato eseguito da parte del prof. Gianpaolo Tartaro in compagnia dei dottori Canonico e Santagata, con l’obiettivo di ridurre e contenere le fratture pluriframmentarie e scomposte. Il frutto di un impatto terribile, che si può tranquillamente paragonare a quello di una pressa. Sì, Osimhen è come se fosse finito proprio sotto a una pressa.
Non è un caso, infatti, che la principale complicanza emersa durante l’intervento chirurgico è legata al fatto che l’impatto ha causato anche uno schiacciamento dell’orbita. Insomma, non si è trattato, come evidenziato alla perfezione dal prof. Tartaro, solo ed esclusivamente di una dislocazione, ma più in generale di un esotrauma.
Gli effetti più preoccupanti legati all’impatto con Skriniar derivano dalla forza cinetica che è sorta dallo scontro tra il viso dell’attaccante nigeriano della compagine partenopea e il volto del difensore nerazzurro. Per spiegare come la situazione fosse veramente complicata, il prof. Tartaro ha messo in evidenza come sia stato necessario usare la bellezza di cinque placche e sedici viti per la ricomposizione delle fratture.
Le tempistiche di recupero
I tempi di recupero sono decisamente lunghi, purtroppo per il bomber di origini nigeriane, che dovrà affrontare un bel po’ di settimane lontano dal clima partita e, con ogni probabilità, dovrà abbandonare anche l’idea di scendere in campo in Coppa d’Africa nel 2022 con la maglia della propria Nazionale.
La prognosi che è stata fatta da parte del prof. Gianpaolo Tartaro si aggira intorno a 90 giorni chiaramente molto variabili, ma c’è anche un altro aspetto di cui si sta discutendo e non poco nel corso degli ultimi giorni è quello relativo alla maschera protettiva. Si tratta di uno strumento che potrebbe senz’altro rendere più facile accorciare le tempistiche di rientro per Osimhen. C’è, però, un problema di non poco conto, visto che la maschera protettiva dovrebbe andare ad appoggiarsi sui punti in cui c’è la frattura e, con la presenza di un nervo, servirebbe realizzarne una su misura per il volto di Osimhen.