Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un unico argomento di rilievo, come era normale e logico che fosse: la pandemia attualmente ancora in corso ha monopolizzato l’attenzione globale, essendosi diffusa a livello mondiale. Solo di recente gran parte delle Nazioni, tra cui anche l’Italia, hanno provato a muovere i primi passi completi verso una parziale e graduale riapertura.
Ma nel concreto, come possono i cittadini difendersi dal Coronavirus? Quali sono i principali vettori di questo virus, quali le sue caratteristiche, come riuscire ad evitare il contagio: nel corso di queste righe proveremo a dare una risposta a questi e molti altri interrogativi riguardanti la questione. Entriamo subito nel merito.
Coronavirus: come difendersi in pubblico
Il presupposto necessario per potersi difendere in maniera adeguata dal Covid-19 è rappresentato dalla conoscenza stessa di questo virus, per quanto ovviamente è possibile. Una volta che ci siamo informati a modo per quel che riguarda le sue caratteristiche peculiari, le sue modalità di trasmissione ed altri aspetti simili, potremo agire in maniera tale da contrastarlo o comunque evitare situazioni che possono essere pericolose.
Ovviamente i rischi maggiori, tanto più che è appena terminata la fase più restrittiva di un lockdown, si corrono nel momento in cui ci avventuriamo ad di fuori della nostra abitazione e possiamo quindi venire a contatto con altre persone. Ricordiamo che il passaggio alla fase 2 non ha garantito all’Italia ed ai suoi cittadini un “libero tutti” ma che per poter uscire restano in vigore quelle norme che era già necessario rispettare in precedenza: necessità, lavoro e motivi di salute, alle quali si è aggiunta la possibilità di andare a trovare in casa parenti o congiunti.
Ad ogni modo, per difenderci da questo pericolo l’elemento essenziale è quello di rispettare la distanza di sicurezza: non meno di un metro e mezzo tra una persona e l’altra. Il Coronavirus si diffonde infatti attraverso le vie respiratorie (naso e bocca) “viaggiando” tramite le goccioline di saliva emesse dalle persone. Sono dunque incriminati in questo caso tosse, starnuti e mani. Perché anche le mani? Perché possono essere veicolo di microbi proprio verso le vie respiratorie.
La soluzione si sviluppa quindi su due fronti: se da una parte tutti i cittadini sono chiamati a tossire e starnutire nell’incavo del gomito o dentro un fazzoletto (che va poi subito buttato) ed a lavarsi e disinfettarsi molto spesso le mani, dall’altro lato bisogna anche evitare quanto più i contatti con le altre persone. Interessante e molto utile è anche apprendere tutte le caratteristiche delle mascherine filtranti da poter utilizzare: queste sono anzi necessarie in molte situazioni in pubblico, così come anche i guanti.
Cosa si può fare in casa
Quanto elencato fino a questo momento, costituisce le basi ormai note per quel che riguarda le uscite di casa e quindi il potenziale contatto con esterni. Ma è possibile proteggere anche la propria abitazione dal possibile “approdo” del virus al suo interno? Certamente esiste una serie di consigli, diramati direttamente dall’Istituto Superiore di Sanità, in merito agli ambienti chiusi.
Partendo dal presupposto che il virus può effettivamente sopravvivere sulle superfici per qualche giorno, pur facendolo con una carica tendenzialmente irrisoria, il consiglio principale è quello di arieggiare parecchio e sovente le stanze: garantendo un buon ricambio d’aria infatti eviteremo che gli ambienti possano trattenere al loro interno eventuali particelle virali.
Per il resto invece, non sembra essere necessario prendere particolari precauzioni. Nel caso in cui si volesse essere particolarmente prudenti, si potrebbero modificare parzialmente le varie modalità di pulizia. Per quel che riguarda il lavaggio degli ambienti, si possono quindi aggiungere l’alcol e la candeggina, mentre per i vestiti sarà sufficiente – se proprio lo riteniamo necessario – aumentare la temperatura del lavaggio stesso.