Nel linguaggio comune il termine anatocismo viene spesso considerato un sinonimo di usura. In realtà, dal punto di vista strettamente giuridico, le due fattispecie sono ben distinte fra loro, trattandosi di illeciti con una specifica disciplina e che generano conseguenze differenti.
La prima cosa da sapere per evitare ogni possibile confusione è che l’anatocismo viene perseguito dal punto di vista civile, mentre l’usura è un reato di natura penale. Ecco, più nel dettaglio, come si configurano queste condotte contrarie alla legge e quali tutele si possono mettere in atto.
Quando si concretizza l’anatocismo
Gli istituti di credito con cadenza trimestrale provvedono al conteggio degli interessi a carico dei correntisti. Questo calcolo deve seguire delle precise regole e quando vengono sommati fra loro gli interessi, cioè avviene la capitalizzazione, si configura l’anatocismo.
Nel gergo bancario questi interessi vengono chiamati “composti”. A tal riguardo un chiaro esempio di anatocismo è quello di conteggiare al capitale di debito interessi ad ogni scadenza, anche quando questi sono già stati regolarmente corrisposti. In linea generale la normativa in vigore non consente questa pratica.
Quando di concretizza l’usura
Diverso è il caso dell’usura, che si configura nel momento in cui vengono applicati interessi maggiormente elevati rispetto a quelli consentiti dalla legge e quindi superiori al cosiddetto “tasso di soglia”.
La Banca d’Italia, infatti, fissa trimestralmente il tasso massimo di interesse, noto per l’appunto come “tasso soglia”, al quale gli altri istituti di credito devono attenersi e applicare alla clientela quando viene sottoscritto un contratto di mutuo, finanziamento, prestito o aperto un conto corrente.
Nel momento in cui il tasso massimo viene superato si verifica il reato di usura bancaria e i clienti danneggiati da questa condotta possono intraprendere le azioni più opportune al fine di ottenere la restituzione delle somme pagate e invece non dovute.
Come capire se si è stati danneggiati dall’anatocismo e dall’usura
L’accertamento dell’anatocismo presuppone un’accurata analisi del proprio conto corrente bancario. Sarà pertanto necessario acquisire tutta la necessaria documentazione, fra cui gli estratti conto stilati ogni tre mesi, per poi effettuare un controllo minuzioso degli scalari.
Occorre inoltre controllare le condizioni contrattuali che sono state di fatto applicate dalla banca e, il più delle volte, richiedere una perizia a cura di un esperto contabile in ordine ai calcoli economici operati da parte dell’istituto di credito.
Una volta che sono state portate a termine tutte le verifiche del caso sarà possibile appurare o meno la presenza dell’anatocismo e dell’usura bancaria, quindi in caso affermativo intraprendere l’iter giuridico per ottenere il rimborso delle somme non dovute.
Per poter far valere i propri diritti la prima cosa da fare è avviare la fase della mediazione, condizione indispensabile e prevista dalla legge per instaurare l’eventuale giudizio in sede civile. Occorre far presente che intentare una causa contro la propria banca richiede non solo tempi lunghi ma anche un certo costo.
La mediazione, invece, si rivela maggiormente accessibile dal punto di vista economico, oltre che un procedimento piuttosto snello. Alla fine della procedura, infatti, sarà possibile raggiungere un accordo transattivo con la controparte, quindi ottenere un ristoro per i danni patiti.
In ogni caso è bene ricordare che la mediazione è necessaria, quindi rappresenta una condizione di procedibilità, per poter agire davanti al Giudice civile nel caso in cui l’accordo non dovesse andare a buon fine.
In buona sostanza il procedimento è oggi un passo fondamentale per poter recuperare quelle somme indebitamente percepite dalla banca. Fino a qualche anno addietro l’unica alternativa era quella di affrontare un lungo e dispendioso giudizio, quindi di ottenere una sentenza da parte del Tribunale.
Cosa fare in caso di irregolarità dei contratti bancari
Comprendere a fondo le differenze che sussistono fra anatocismo e usura è molto importante per iniziare l’azione più opportuna a tutela dei propri interessi. Come spiegato, infatti, le fattispecie comportano conseguenze differenti in sede civile e penale.
Il calcolo irregolare degli interessi su base trimestrale o semestrale non sempre potrebbe generare un illecito contemplato dal codice penale, quindi ogni condotta deve essere analizzata in maniera specifica anche al fine di appurare la presenza di una capitalizzazione infrannuale degli interessi.
Solitamente l’usura si verifica in maniera immediata, in quanto l’interesse contrario alla legge e maggiorato viene applicato sin dal momento della sottoscrizione del contratto bancario. Il più delle volte questa condotta illecita sfrutta le condizioni di difficoltà economiche in cui si trova il correntista, in quanto bisognoso di liquidità immediata e per questo disposto anche a spendere una quota maggiore di interessi.
Tutela giuridica in caso di anatocismo e usura
Tutti coloro che credono di essere stati vittime di anatocismo o di usura dovranno correre ai ripari e chiedere il supporto di professionisti abilitati. Sarà quindi necessaria il supporto tecnico di avvocati che vantano una specializzazione nei settori dell’anatocismo bancario e usura, ovvero soggetti qualificati in grado di fornire ampia assistenza stragiudiziale e giudiziale.
Il team legale analizzerà le singole posizioni contrattuali al fine di vagliare la presenza dei presupposti per poter avviare l’azione di rimborso delle somme che non dovevano essere versate. In genere le criticità sussistono quando il correntista ha registrato saldi passivi sul conto corrente, oltre che in caso di contratti di mutuo e finanziamenti.
Buona parte del contenzioso in materia civile e penale che riguarda le irregolarità bancarie si conclude positivamente per i correntisti, specialmente quando le ragioni fatte valere in sede di mediazione o nel corso del giudizio vengono supportate da una perizia dettagliata.
Bisogna poi ricordare che i casi di anatocismo e usura possono interessare persino le carte “revolving”, derivati e swap. In queste ipotesi, riscontrati squilibri nel rapporto contrattuale, il cliente potrà far valere dinanzi al Giudice designato il diritto al rimborso degli interessi non dovuti.
Questi contratti possono anche contenere tutte una serie di clausole sfavorevoli per il privato, l’assenza delle indicazioni che attengono il profilo di rischio e numerosi vizi di forma. Ecco perché è fondamentale affidarsi a mani esperte per ottenere la migliore tutela.