Negli ultimi 18 mesi internet è diventato il motore trainante di un mondo fermato dalla Pandemia da Coronavirus. Grazie alla rete è stato possibile, per milioni di lavoratori e di studenti, la continuazione delle attività di lavoro e di studio all’interno delle proprie mura domestiche. Sia attraverso lo smart working (modalità sempre più diffusa tra le imprese) sia con la didattica a distanza (tanto per le scuole quanto per le università) abbiamo vissuto una nuova normalità fatta di ore passate davanti ad uno schermo, parlando ad una webcam. Questa forte digitalizzazione, che ha smaterializzato uffici e cattedre, ha rappresentato la nostra quotidianità. Ma siamo sicuri che questa nuova strada sia il futuro? Secondo alcuni esperti la realtà sembra imboccare una strada leggermente diversa. Molti sono gli atenei e le aziende convinti della necessità di ritornare alla “normalità” pre-covid, dove a lavoro gli uffici si affollavano di dipendenti e le università diventano centro di incontro tra studenti e professori.
Quella che pensavamo fosse una nuova era, completamente digitalizzata, in realtà è stata solo una parentesi. Molte, infatti, sono le Università pronte a tornare in presenza al fine di garantire l’interazione fra docenti e studenti. Non solo lezioni, ma anche esami. Insomma, la didattica a distanza tornerà, forse, ad essere un vantaggio esclusivo solo delle Università che si avvalgono della metodologia e-learning, come ad esempio l’Università telematica Niccolò Cusano. Insomma, garantire una didattica in presenza sembra rientrare in una sorta programma che voglia assicurare una ripartenza con tanto ottimismo senza dimenticare l’adozione delle necessarie misure di sicurezza.
La partenza del nuovo anno accademico sarà caratterizzato dalla presenza di un numero elevato di aule, laboratori e aule studio così da evitare assembramenti e garantire il giusto distanziamento. Sembra, inoltre, essere diventato un requisito indispensabile il possesso del green pass. Aprirsi alla normalità pre-covid non vuol dire abbandonare la digitalizzazione che, invece, continuerà a far parte della formazione degli studenti attraverso una puntuale didattica integrata (DiD). Ciò consentirà anche agli studenti che per comprovati motivi non potranno partecipare in presenza la possibilità di seguire attivamente. Infatti, le lezioni verranno calendarizzate in maniera diversificata garantendo il contestuale collegamento in streaming o il supporto di lezioni videoregistrate. Per l’uso di laboratori saranno predisposte una serie di turnazioni definita nel rispetto del distanziamento necessario, garantendo, quando si presenterà la necessità, il collegamento streaming. Tutto ciò dimostra che l’uso forzato, in tempo di lockdown, della didattica a distanza ha sortito un forte gradimento da parte degli studenti, in quanto una didattica così definita consente agli studenti di poter bilanciare studio e vita privata. Per questa ragione, negli ultimi due anni la richiesta di iscrizione presso le università telematiche è cresciuta esponenzialmente.
A fronte di questo incremento di immatricolati numerosi sono i corsi universitari disponibili online istituiti dagli Atenei telematici.
In conclusione, tutti gli Atenei, attraverso il proprio Consiglio di Amministrazione hanno riconosciuto la possibilità di erogare, almeno nel primo semestre dell’anno accademico 2021/2022, una didattica integrata al fine di garantire, nel rispetto dei protocolli sicurezza, il proseguimento dell’attività accademica a tutti gli studenti universitari.